Paolo ICARO

Paolo ICARO

Opera 1: Il Filo della Memoria – 2021

Opera 2: Memoria del Filo della Memoria – 2023

Per non dimenticare occorre spesso rintracciare, andando a ritroso degli eventi, tutta una serie di particolari, quasi l’inizio di un film che piano piano ricostruisce situazioni, cose, persone e luoghi e ci porta al momento lucido del ricordo, recuperato dal passato al presente.
Questo percorso si visualizza in una linea che da un punto di partenza lontano si svolge come un filo non rettilineo. Si sposta e devia a ricercare nella varietà degli eventi gli appoggi per la sua continuità.
Nello specifico di questa occasione questo filo si materializza comparendo da un punto carismatico della sinagoga “ritrovata” e svolgendosi con la guida della mano fra i reperti affiorati negli scavi, cerca conferma e continuità serpeggiando al suolo ora nell’erba, ora
scomparendo nell’incavo della pietra, ora allargandosi per abbracciare una colonna. Il filo della memoria non è un oggetto, non è una scultura, è un dispositivo di memoria; può essere tolto, srotolato altrove, a toccare altri reperti».
Silvano Manganaro descrive così l’opera di Icaro: «Ascoltare Paolo Icaro parlare vuol dire immergersi in un mondo fatto di interrogativi, di aneddoti, di metafore, di entusiasmi. Soprattutto di profondità.
Ogni accadimento, ogni ricordo, ogni fatto presente e passato diventa uno stimolo per una sottile analisi del nostro stare al mondo. Icaro usa il linguaggio per interrogarsi sul linguaggio stesso, così come fa scultura chiedendosi cosa la scultura sia. Non spiega mai il suo lavoro, condivide degli interrogativi».

BIOGRAFIA DI PAOLO ICARO

Nato a Torino nel 1936, Paolo Icaro vive e lavora a Tavullia, in provincia di Pesaro. Icaro è uno dei protagonisti delle ricerche artistiche degli anni Sessanta, vicino all’esperienza dell’Arte Povera. Da sempre sperimenta il divenire dell’azione scultorea in relazione alla
forma e allo spazio. «Lo spazio della scultura – dichiara l’artista – è lo stesso spazio in cui sta il mio corpo, io sto nello spazio dove sta anche la scultura. La scultura è quindi corpo,
corpo dell’idea che si fa vulnerabile gravità come ogni altro corpo dell’universo». Icaro costruisce una ricerca molto personale che si manifesta non solo nelle tecniche – disegno, performance e soprattutto scultura e installazioni – ma anche nel suo rapporto col materiale: dal più usato, la terracotta, che viene esplorato in tutte le sue declinazioni, al marmo, dal bronzo alla cera, dal gesso al ferro, dalla pietra al legno. Tecniche e materiali che si coniugano con un obiettivo principale: esplorare lo spazio, uno spazio da sperimentare col corpo, da misurare in senso fisico e mentale, da ricercare nel divenire del tempo, da trasformare inserendovisi dentro, da ridisegnare suggerendo nuove collocazioni tridimensionali.
Succede così che, spesso, i luoghi dove le opere di Icaro sono collocate mutano la loro valenza e il loro senso e, per attraversarli, anche lo spettatore deve mutare giocoforza la percezione che aveva del luogo stesso. Perché, infatti, all’interno di questo spazio, le opere fluttuano – letteralmente – sembrano sempre leggere, qualsiasi materiale l’artista usi. «La sensibilità di Icaro – scrive Elena Volpato – è immersa nel mondo, aperta al mondo e compenetrata in esso. Ecco perché anche quando disegna, assumendo su di sé la lunga storia di una tradizione metafisica, di un fare artistico che è primariamente idea,
progetto e rappresentazione di un pensiero, rifugge dalla proiezione delle linee sul piano ideale del foglio. Disegna sentendo lo spessore della carta, stando in essa come si sta in un luogo (…) L’opera di Icaro appare fin da subito nella sua piena dimensione concettuale».

Ha esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, tra questi:
Berlino (1973); Zurigo (1974); New York (1977); PAC, Milano (1982); Trento (1995); Galleria G7, Bologna (1997).

Tra il 2000 e il 2002 ha partecipato a importanti mostre collettive come Images, Francoforte,  il Todi Art Festival ed Exempla, Teramo (Italia). Fra le personali degli ultimi anni: Le pietre di marmo, mostra omaggio nell’ambito della XXV Biennale di Scultura a Gubbio (Italia); Biografia ideale, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro (Italia); 15 Stele 15, Galleria Niccoli, Parma (Italia); Su misura, Galleria Il Ponte, Firenze (Italia); I do as I did, Lorenzelli Arte, Milano (Italia); You, Space, CAMEC, La Spezia (Italia); Paolo Icaro 1967-1977, Galleria P420, Bologna (Italia), Paolo Icaro Living in America, Galleria G7, Bologna (Italia).

Le sue opere sono presenti nei Musei di Torino, Milano, Genova, Cagli, Modena, Bologna, Roma, Washington, Gent, Antwerpen, Francoforte.