Arte In Memoria 2

Cesare PIETROIUSTI

Un giorno qualunque. Esercizi di memorizzazione, 2005

CD audio durata 24’30”

Cesare PIETROIUSTI

«Un giorno qualunque è un esercizio di memoria a breve termine. È possibile, e che cosa praticamente significa ricordare, nel termine di tempo più breve, gli atti che si compiono durante una giornata? Se il memorizzare implica un esercizio di auto-osservazione e una successiva possibilità di riutilizzo del ricordo, quante cose possiamo ricordare di quello che facciamo? A quale livello di dettaglio possiamo portare un tale esercizio?», s’interroga Pietroiusti.
Se il discorrere sulla memoria verte generalmente su «cosa» e «come» ricordare, Pietroiusti sposta l’attenzione sul suo stesso meccanismo, sulla capacità cioè di immagazzinare dati. Non solo. Registratore alla mano, annota «tutti i gesti, le azioni, i pensieri in cui una mia intenzione non riesce a compiersi, almeno non immediatamente»: non gli eventi occorsi, dunque, ma quelli mancati, i micro-fallimenti tra le 6.30 e le 21.00 di un giorno qualunque. Urge cioè mettere la memoria alla prova di fatti quotidiani apparentemente insignificanti, ci avverte, per esercitarla in vista di grandi eventi.

 a sveglia
ha suonato alle 6.30. L’ho spenta e quasi ignorata,
per circa dieci minuti.
Mi sono fatto la barba sotto la doccia; nonostante vari tentativi
ho avuto la sensazione di non essere riuscito a togliere
completamente alcuni peli al lato destro del mento (ore 6.45
circa).
Ho
cercato di tirare fuori dall’armadio le scarpe prendendole
entrambe con una mano sola; una è caduta (ore 6.52).
Volevo
rimettermi i calzini blu che avevo il giorno prima. Ho cercato
dappertutto, ma ne ho trovato uno soltanto. Ne ho preso un
altro paio dal cassetto (ore 6.54).
Nel preparare
la colazione per mia figlia, ho calcolato male i tempi della
cottura dell’uovo e mi è parso di averlo cotto troppo
(ore 7.05 circa). Non avevo capito
che mia figlia voleva cuocersi l’uovo da sola e c’è rimasta
male quando, venuta in cucina, si è accorta che l’avevo
già fatto io (ore 7.06).
Mi sono
reso conto che la sera prima avevo dimenticato di comprare
il latte (ore 7.07).
Nel mettermi la camicia, al primo
tentativo non sono riuscito ad abbottonare il bottone laterale
destro del colletto. Mi sono fatto un po’ male al dito e
ho dovuto ritentare aiutandomi con l’altra mano (ore 7.10
circa) Nell’allacciarmi
la scarpa sinistra si è creato un nodo stretto e difficile
da sbrogliare (ore 7.10 circa).
Per
mettere una firma su un assegno, ho preso una penna che non
scriveva (ore 7.11).
Subito prima di uscire di
casa, ho cercato i guanti di mia figlia. Ne ho trovati tre, uno
nero, uno blu, uno rosa (ore 7.15 circa).
Ho cercato
di aprire la porta di casa ma ho dimenticato che la sera prima
avevo dato una mandata (ore 7.15 circa). Ho
cercato le chiavi della macchina nella tasca sbagliata (ore 7.19).
Ho
tentato di chiudere la portiera della macchina senza notare che
la cintura di sicurezza si era incastrata e impediva la chiusura
stessa (ore 7.45).
Appena parcheggiata
la macchina mi sono reso conto che non avevo azionato il dispositivo
della chiusura delle portiere; sono tornato indietro per chiudere
le due rimaste aperte (ore 7.46).
Ho
cercato di aprire la porta di una stanza senza guardare, ma ho
mancato la maniglia (ore 8.11).
Ho
lasciata accesa la luce in corridoio. Sono tornato indietro a
spegnerla (ore 8.12).
Sono
entrato in una stanza per cercare qualcosa ma poi ho dimenticato
cosa (ore 8.14).
Ho cercato lo zaino, ero convinto che
fosse a casa, ma non l’ho trovato e mi sono ricordato che l’avevo
lasciato da un’altra parte (ore 8.15 circa) Ho
aperto il frigo e quando era aperto mi sono reso conto che
non sapevo perché (ore 8.18)
Ho
incrociato T. a via Arenula; non avevo voglia di salutarlo,
e ho pensato che volevo scomparire,   ma ho avuto il sospetto
che mi avesse visto, anche se ha fatto finta di niente. (ore
8.30 circa)
Cercato email
di I. in una cartella della rubrica di posta elettronica, ma
non c’era; per qualche ragione che ho dimenticato, l’avevo archiviato
altrove (ore 8.45 circa).
Ho
cominciato a stampare un documento senza mettere i fogli nella
stampante (ore 8.47).
Durante
una telefonata ho scritto velocemente un appunto; quando l’ho
guardato mi è parso che non fosse leggibile e che probabilmente
in un momento successivo non avrei capito quello che c’era
scritto (ore 8.49).
Ho dimenticato di controllare la cartella
della posta indesiderata. Me ne sono reso conto dopo circa mezz’ora. Nel
chiudere il catenaccio della porta dello studio ho avuto una
fitta alla spalla; per farlo ho dovuto cambiare posizione. (ore
9.34)
Sul pianerottolo mi
sono accorto di aver dimenticato di prendere la bicicletta. Ho
riaperto la porta e l’ho presa (ore 9.35).
Quando avevo
appena sceso le scale mi sono accorto che, nel prendere la
bicicletta, avevo lasciato   la mia cartellina. Sono tornato
indietro per la seconda volta (ore 9.36). Nello
scendere le scale ho sbattuto con la ruota posteriore della bici
sui gradini e ho rischiato di cadere (ore 9.36).
Nell’uscire
ho sbattuto col pedale della bicicletta sull’anta del portone
(ore 9.36)
Non riuscito
a fissare l’elastico della cartellina sul portapacchi della
bici. Ero un po’ sorpreso, perché in genere ci riesco.
(ore 9.37)
Nel dare la prima pedalata al momento di partire
ho fatto un movimento a vuoto col piede (ore 9.37). Dimenticato
di abbottonare il bottone più baso della giacca a vento
e la chiusura lampo si è aperta. Ho sentito freddo e
mi sono dovuto fermare a richiuderla. (ore 9.39).
Mi
sono dimenticato di mettere i guanti; o forse ho creduto non
fosse necessario; invece nel guidare la bicicletta ho sentito
molto freddo alle mani (ore 9.40 circa).
Su
Corso Vittorio volevo andare dritto, ma, per non andare a sbattere
contro la portiera di   una macchina sportiva di colore
verde che si stava aprendo in quel momento, ho dovuto fare
una deviazione (ore 9.41).
Volevo
passare prima di un taxi ad un semaforo, ma non ci sono riuscito
(ore 9.42)
Al semaforo rosso ho provato a riuscire a
stare fermo sulla bici senza mettere i piedi per terra, ma non
ci sono riuscito se non per un tempo molto breve (ore 9.42) Alle
ore 9.50 circa mi sono reso conto che avrei voluto andare alla
posta di via Arenula per chiedere informazioni della busta spedita
in Ungheria e non ancora arrivata, ma ho dimenticato di farlo
(ore .
Avrei voluto passare
davanti ai molti motorini fermi al semaforo accanto a Santo Spirito,
e poco dopo a via Sforza Pallavicini, ma in entrambi i casi non
ci sono riuscito del tutto. (fra le 9.50 e le 9.55 circa).
Avrei
voluto rispondere qualcosa al commento simpatico della barista
di via fabio massimo, ma non mi è venuto in mente niente
(ore 9.55).
Ho chiesto un
bicchiere d’acqua al bar, dopo aver fatto colazione. Ho pensato
di berlo tutto, ma poi al momento di andarmene mi sono accorto
che ne avevo lasciata un po’ (ore 9.55).
Per prendere
le chiavi dalla tasca ho fatto cadere per terra una carta di
caramella (ore 9.56). Alle 10.15
circa mi sono reso conto che il fax che avevo mandato poco prima
al ragionier C. non era arrivato: ho pensato che probabilmente
avevo un numero sbagliato.
Alla
riunione con M. ad un certo punto ho detto qualcosa che poteva
suonare come un rimprovero a lui e sono un po’ arrossito (ore
10.45 circa).
Alla fine della
riunione ho omesso di salutare alcuni dei partecipanti e, andandome
ho avuto la sensazione di essere stato un po’ scortese (ore 12.20
circa).
Ho tentato di aprire
la catena della bicicletta mentre stavo parlando al telefonino;
non ci sono riuscito. Dopo un paio di minuti, visto che la telefonata
si prolungava, ho deciso di lasciare la bici dov’era e andare
a piedi alla banca, visto che era
distante
solo 2-300 metri (ore 12.25 circa).
Entrato
in banca, ho dimenticato di prendere il numeretto, e son dovuto
tornare indietro per penderlo (ore 12.29)
Stavo
parlando al telefono e contemporaneamente stavo scrivendo una
cifra su un assegno, e ho dimenticato di scrivere la virgola
e i centesimi di euro (ore 12.35).
Ho
lasciato la giacca a vento su una sedia davanti agli sportelli
della banca. Me ne sono accorto al momento di uscire e sono tornato
indietro a prenderla (ore 12.43)
Ho
tentato di prendere in mano insieme l’agendina, il registratore,
la penna e la ricevuta del versamento bancario e non ci sono
riuscito; ho dovuto posare tutto sul tavolo e mettere alcuni
oggetti nelle tasche (ore 12.43).
Mentre
facevo la fila alla posta non ho prestato attenzione a quando
esattamente fosse entrata una persona che ha cercato di passarmi
avanti. Ero sicuro che fosse arrivato dopo di me (ore 13.10 circa).
Quando
ho fatto notare alla persona che mi era passata davanti che non
era il suo turno ho avuto la sensazione di non trovare le parole
giuste per dire quello che volevo dire con una certa calma ed
ironia. Mi sono sentito troppo nervoso ed emozionato
(ore 13.35 circa).
All’uscita
dell’ufficio postale mi sono dimenticato che avevo parcheggiato
la bicicletta a venti metri di distanza e per un attimo ho pensato
che me la avessero rubata (ore 13.42).
Ho
tentato di aprire   il bidone della spazzatura fuori dal
gelataio con il dorso della mano e non ci sono riuscito (ore
13.50)
Nel mangiare il gelato
mi sono sporcato il naso con la panna (ore 13.50 circa).
Per
salire in bici ho perso l’equilibrio e ho dovuto fare due passi
indietro per non cadere (ore 13.55)
Volevo
fare un fax a C. ma la copisteria era ancora chiusa (ore 14 circa).
Volevo
chiudere la porta del bagno dello studio ma non sono riuscito
a girare del tutto la rotellina metallica: mentre facevo pipì pensavo
che non ero sicuro se la porta fosse chiusa o aperta. (ore
14.27). Ho
dimenticato di portare l’asciugamano in bagno e quindi non
mi sono potuto asciugare le mani e si è un po’ bagnato
il polsino destro della camicia (ore 14.29).
Dopo
aver ascoltato la segreteria telefonica ho dimenticato di spingere
il tasto “erase” e quindi i vecchi messaggi non si sono cancellati
(ore 14.35)
Volevo prendere
il registratore dalla tasca e invece ho estratto il telefonino.
Quando me lo sono trovato in mano per qualche attimo non capivo
perché (14.36).
Ho
cercato l’agendina del 2004 perché avevo bisogno di
un numero di telefono. Non l’ho trovata. Forse l’avevo lasciata
da un’altra parte. Ho temuto di averla persa. (14. 45 circa)
Davanti
al computer non mi ricordavo più qual era la cosa urgente
che dovevo fare per prima (14.45 circa).
Alle
15 e 15 mi sono reso conto che non avrei potuto completare
il montaggio della libreria perché avevo dimenticato
di prendere il barattolo delle viti da casa e quelle che avevo
disponibili non erano della dimensione giusta.
Nel prendere le misure
sulle assi di legno della libreria ho sbagliato i calcoli (ho
calcolato 32+44=66), per cui nel montaggio ad un certo punto
ho dovuto smettere e ricominciare. (15.30 circa) Ho
cercato di mettere sopra i cavalletti due assi esattamente affiancate,
ma ho avuto la sensazione che ci fosse una piccola imprecisione
(15. 33)
Il metro si è sganciato
dal bordo dell’asse: Ho dovuto ricominciare la misurazione
(15.33).
Ho
fatto con la matita su un asse un segno troppo sottile. Mi sono
dovuto spostare per vederlo (15.34).
L.
mi ha mandato un messaggio sul telefonino per rimandare l’appuntamento
che avevamo per le quattro. Mi sono reso conto che me lo ero
dimenticato (15.36).
Per inserire
la punta ho girato la ghiera del trapano nel verso sbagliato
e, invece di stringere ho allargato (15.36)
Sono inciampato
sul filo del trapano mentre facevo i buchi sugli assi. Per continuare
sono stato costretto a fare tutto il giro del piano di lavoro
(ore 15.39) . Al momento di montare
le assi mi sono reso conto che non sapevo quali fossero quelle
verticali e quali quelle orizzontali quindi ho dovuto riprendere
il disegno (ore 15.45 circa)
Ho
cercato la squadra dappertutto, senza trovarla. Dopo alcuni
minuti, quandonon la cercavo più, l’ho trovata sul tavolo
nascosta sotto un foglio (ore 15.50 circa)
Avevo
dimenticato di mettere la batteria dell’avvitatore nel carica-batterie,
quindi ho dovuto smettere di usarlo (ore 15.50 circa).
Dopo
aver fatto i buchi col trapano mi sono accorto che avevo usato
una punta sbagliata. Ne avevo una più piccola che sarebbe
stata meglio (15.50 circa)
Sono
uscito dallo studio senza prendere il registratorino. Ero a
metà delle
scale e sono tornato indietro (ore 16.05).
Alle
16.10 a via arenula mi sono reso conto che avevo calcolato
male i tempi e non avrei fatto in tempo a mandare il fax a
c. prima di andare all’appuntamento che avevo alle 4.30 dall’altra
parte della città.
A piazza Venezia volevo attraversare
sulle strisce pedonali prima di un automobile di lusso che andava
piuttosto veloce. Non ci sono riuscito. (ore 16.16) Mi è sembrato
che a piazza Venezia mi era appena successo qualcosa che avrei
voluto ricordare, ma che non ho registrato lì per lì,   e
me la sono dimenticata (ore 16.25 circa)
Volevo
raccontare a G. un sogno fatto nella notte fra sabato e domenica,
ma non me lo ricordavo più. Me lo son dovuto andare
a rileggere su dei fogliettini che avevo in tasca (16.30 circa)
Almeno
due volte, parlando con G., ho avuto la sensazione di non riuscire
bene ad articolare il discorso che stavo facendo. (fra le 16.35
e le 17.15) Volevo registrare
tutto quello che ci saremmo detti con G. Più tardi mi
sono reso conto che avevo regolato male il microfono del registratore,
e le voci erano del tutto incomprensibili.
Nello
studio ho cercato la paletta e non l’ho trovata. Forse non c’era
(ore 18 circa).
Sono andato
al bagno per prendere il pennello. Quando ero lì, ho fatto
la pipì e ho dimenticato di prendere il pennello (ore
18.10)
Sono tornato indietro a riprendere un numero
di telefono, ma ce l’avevo già, scritto sul giornale che
avevo in     tasca (18.45 circa). Sono
uscito dallo studio senza giacca a vento e senza guanti. Non
so se li ho dimenticati o se l’ho fatto apposta; in bicicletta
sentito molto freddo, specialmente alle mani; avrei preferito
averceli (19 circa).
Guidando la bicicletta ho fatto
uno strano movimento per tenere in mano il registratore e ho
rischiato di cadere, ma era uno sforzo inutile perché comunque
il registratore era fissato al polso   dalla sua cinghietta
(19 circa). La sera a casa mi sono
reso conto che avevo dimenticato di comprare la melatonina per
me e per mia figlia (ore 21 circa).
Cesare PIETROIUSTI-Arte-in-Memoria-2-foto2
BIOGRAFIA DI Cesare PIETROIUSTI

Cesare Pietroiusti è nato nel 1955 a Roma dove vive e lavora.

Mostre personali

1978 Ipotesi di identità , Spazio Sperimentale Jartrakor, Roma
1982 50 risposte a quattro immagini-stimolo , Spazio Sperimentale Jartrakor, Roma
1984 Cesare Pietroiusti , Spazio Sperimentale Jartrakor, Roma
1985 Scusi ero distratto , Spazio Sperimentale Jartrakor, Roma
1987 >n titoli , La Scala c/o, Roma
1989 Cesare Pietroiusti , Studio Casoli, Milano
Alice 27/01/1989 , Galleria Alice, Roma
1990 Finestre Vivita 1 , 17/11 e 29/11/1989 , Galleria Vivita 1, Firenze
Cesare Pietroiusti , Galerie de Paris, Parigi
1992 Punto vendita libri , Galleria Primo Piano, Roma
1995 In che cosa posso esserti utile? , Galleria Primo Piano, Roma
1997 Pensieri non funzionali , Studio Morra, Napoli
Cosa c’è che non va? , Galleria Emi Fontana, Milano
1998 Oggetti inesistenti , Galleria Il Graffio, Bologna
1999 Tutto quello che trovo , Base Progetti per l’Arte, Firenze
2000 Una condizione apparentemente normale , Galleria Il Graffio, Bologna
2001 One hundred things that are certainly not art , Galleri Platform, Vaasa
Difetti normali , Galleria Primo Piano, Roma
Due artisti , Galleria Il Graffio, Bologna (con Giacomo Norese)
2002 Things that are certainly not art , Bloomberg Space, Londra
Lo sguardo dell’altro , Alice e Altrilavorincorso, Roma
2003 Riciclare pensieri superflui , Fondazione Palazzo Bricherasio, Torino
2004 Methods for an irreversible transformation of money , Trafo Gallery, Budapest
Forth Week of the Micro-Performance , Galerjia Skuc, Lubiana

Mostre collettive

1977 Quattro artisti inediti , Spazio Sperimentale Jartrakor, Roma
1981 Otto artisti romani , Galleria Cenobio Visualità, Milano
1983 Metodologie dichiarate , Spazio Sperimentale Jartrakor, Roma
1985 Nuove avanguardie a Roma , Spazio Sperimentale Jartrakor, Roma
1987 Falci, Fontana, Modica, Pietroiusti , Galleria Il Milione e Studio Casoli, Milano; Galleria Vivita 2, Firenze; Galleria La Planita, Roma
1988 Da zero all’infinito , Castello di Volpaia, Radda in Chianti
Davvero: ragioni pratiche nell’arte , L’Osservatorio, Milano
1989 Arte a Roma 1980 – 1989: nuove situazioni ed emergenze , Palazzo Rondanini, Roma
Arca: dieci capitoli di realtà , Castello di Volpaia, Radda in Chianti
1990 Qualcosa sta accadendo in Italia , Galleria Lia Rumma, Napoli
Aperto ’90 . Dimensione Futuro , XLIV Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia, Venezia
1991 Storie , Galleria Alice e Galleria Il Campo, Roma; Studio Casoli, Milano
Anninovanta , Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna; Galleria Le Navi, Cattolica
Le groupe de Piombino , Forges Royales de la Chaussade, Guerigny
Artedomani 2 , Ex Ospedale di San Matteo, Spoleto
La Couleur de l’Argent , Musée de la Poste, Parigi
Fotografija , Moderna Galerija Ljubljana, Lubiana
Being Here /Being There , Otis Parsons School, Los Angeles
1992 EDGE 92 , Mercado Puerta de Toledo e altre sedi, Madrid
Exhibit A , Serpentine Gallery, Londra
1995 Wild roses grow by the roadside , 152c Brick Lane Gallery, Londra
It’s not a picture , Galleria Emi Fontana, Milano
Critica in Opera 8 , Saletta Comunale di Esposizione, Castel San Pietro Terme
Tentativi di intrusione , Santa Maria delle Croci, Ravenna
Incursioni , Link, Bologna
1996 NowHere , Lousiana Museum of Modern Art, Humlebæk
Lightness and weight , Custard Factory, Birmingham
Ultime generazioni . XII Esposizione Quadriennale Nazionale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni e Ala Mazzoniana, Roma
Convergenze , A.A.M. Architettura Arte Moderna, Roma
1997 Para-Site , Centro Commerciale Toison d’Or, Bruxelles
Assistenza Culturale Telefonica , Galleria Il Graffio, Bologna (con il gruppo ACT)
504 , Zentrum für Kunst, Braunschweig
Mostrato. Fuori Uso ’98 , Ex Deposito Gestione Governativa FEA, Pescara
Stradarolo , Genazzano e Zagarolo (intervento ambientale)
Sotto il cielo di Roma e Berlino , Stazione Ostiense, Roma (intervento urbano)
1998 Due o tre cose che so di loro , Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano
L’Opera partecipata , Galleria Sala 1, Roma
Subway , metropolitana, passante e stazioni ferroviarie sotterranee, Milano
Festa dell’Arte , Santa Sofia e altre sedi (intervento ambientale)
Qui, là, ovunque. Coram populo , Codegliano Viconago (intervento ambientale)
Stradarolo , autobus di linea COTRAL sulle strade dei comuni di Zagarolo, Genazzano, San Cesareo
Eccentrica , ex scuola media, Varignana; Rocca Sforzesca, Imola; Cassero di Castel San Pietro Terme
1999 Molteplicittà , Fondazione Adriano Olivetti, Roma
2000 2000+ , Moderna Galerjia Ljubljana, Lubiana
On Traslation – The Human Adapter , Art in General, New York
Democracy! , Royal College of Arts, Londra
Premio Francesca Alinovi 1986-2000 , Galleria d’Arte Moderna, Bologna
2001 Dinamiche della vita dell’arte , GAMeC Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo
Clocktower Lecture Lounge I e II , Clocktower, New York
What’s wrong , The Trade Apartment, Londra
+ storie contemporanee , Museo di Scienze Naturali e altre sedi, Bergamo
Audio in elevator – Non functional thoughts , Art in General, New York
2002 Generosity Projects , CCAC California College of the Arts, San Francisco
One fine day , 34k Kastaniehllee 34, Berlino
Hortus Ludens Project , Galerie Marres, Maastricht
Relazioni incrociate , Roma; Berna; Schoppingen
Resolution Way , Deptford Arches, Londra
Curatorial Market , Artists’ Alliance, Cuchifritos, New York
Radical & Critical , Fondazione Adriano Olivetti, Roma
2003 Global Priority , Jamaica Center for Arts & Learning, New York
Il Presente non esiste , Saletta Comunale di Esposizione, Castel San Pietro Terme
Tuscia Electa , Greve in Chianti e altre sedi
Sub-real , Smart Project Space, Amsterdam
Imperfect Marriages , Galleria Emi Fontana, Milano
Moltitudini, Solitudini , Museion Museo d’Arte Moderna e Contemporanea e altre sedi, Bolzano
Arte Pubblica in Italia , Cittadellarte Fondazione Pistoletto, Biella
iD , varie sedi, Vaasa
Riserva Artificiale , evento nell’ambito di Sogni e Conflitti. La Dittatura dello Spettatore , 50 Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia, Venezia
Tra-Monti , varie sedi del quartiere Monti, Roma
Sonicity , Ex Mercati Generali, Roma
La democrazia del corpo , Cantieri Goldonetta, Firenze
2004 Economies , Galleria Artandgallery, Milano (con Paul Griffiths)
Micro-performances , Center for Advanced Visual Studies, Massachusetts Institute of Technology, Boston
L’Arte dell’Ascolto , RAM Radioartemobile e www.radioartemobile.it, Roma
La casa di cui tutti hanno la chiave , Fondazione Baruchello, Roma
On Air , Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, Monfalcone