ARTEINMEMORIA 1

Mostra Fotografica – Centrale Monte Martini

Nel 1991 il Comune di Stommeln, situato a pochi chilometri da Colonia, vara il progetto “Sinagoga di Stommeln”: ogni anno, un artista è invitato a ideare “un’opera per una stanza”. Delle dodici sinagoghe che, prima del 1938, costellavano il distretto di Erft, quella di Stommeln, costruita nel 1882 in austero stile neo-romanico, è l’unica sopravvissuta. Abbandonata all’avvento del nazismo, è venduta dalla comunità ebraica a un agricoltore che la utilizza come deposito. Nel ’38, quell’atto di vendita la salva dalla Notte dei Cristalli. In progressivo degrado, dovrà attendere la fine degli anni ’70 per l’inizio dei restauri e il 1983 per la definitiva riapertura al pubblico come sede di eventi culturali di prestigio.
Come spiega Michael Blumenthal nel lungo e argomentato saggio “Il Pubblico e la lotta sulla memoria”, contenuto nel catalogo presentato nel 2000 all’Expò di Hannover, un luogo così evocativo non sfugge il nodo della memoria, nella doppia accezione di ricordo martellante di tragedie occorse e di deterrente alla loro riproposizione in forme e contesti differenti. Aperta all’arte contemporanea, la Sinagoga è oggi un luogo vivo dove storia e attualità, passato e presente interagiscono continuamente e proficuamente.
A Pulheim si avvicendano artisti dai linguaggi estremamente diversificati: tutti creano un lavoro calibrato al luogo, chi privilegiando l’aspetto architettonico e spaziale, chi evocando con discrezione la funzione originaria di preghiera e raccoglimento. Per fare solo qualche esempio, Giuseppe Penone costruisce un’intera parete di foglie di alloro che respirano; Micha Kuball illumina in modo accecante l’interno della sinagoga, interdicendone l’ingresso. Se Jannis Kounellis puntella l’edificio con tre pali di legno sormontati da una pietra, la cui dislocazione spaziale traccia idealmente una mezza Stella di Davide, Carl Andre costruisce a terra una sorta di teorema di Pitagora con lastre modulari di piombo, mentre nell’installazione di Rebecca Horn un’asta metallica tenta di scrivere frasi sull’acqua. E si potrebbe continuare con “I sommersi e i salvati” di Richard Serra, con i volumi eterogenei, irregolari e sinuosi di Eduardo Chillida, con l’arto monco di legno giallo di George Baselitz.
È impossibile ricostruire in una mostra la vicenda di Pulheim: una sorta di diaspora ha condotto alcuni lavori in musei o collezioni private, mentre altri, come quello di Kuball, pensati esclusivamente per il luogo, sono stati definitivamente smantellati. Ma la documentazione fotografica di quelle installazioni, arricchita dai disegni inediti degli stessi artisti, è parte consistente di “Arte in Memoria 1”.

Mostra Centrale Monte Martini

Centrale Monte Martini

Foto e Artisti esposti

CARL-ANDRE
CARL ANDRE
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1997

50 lastre di acciaio ognuna cm. 50x50x1

GEORG BASELITZ
Das Bein, 1993.
Legno e tempera gialla, cm. 175×32,5×40,5.

GEORG-BASELITZ
EDUARDO CHILLIDA

EDUARDO CHILLIDA
En el limite, 1995.
Acciaio e legno, cm. 37x82x100, base di legno, cm. 40×132.

REBECCA HORN
Mirror of the Night, 1998.

REBECCA-HORN
JANNIS-KOUNELLIS

JANNIS KOUNELLIS
Senza titolo, 1991.
Legno, pietra.

MISCHA KUBALL
Refraction House, 1994.
Impalcatura d’acciaio con 16 fari contenenti luci alogene a 400 W.

MISCHA-KUBALL
JANNIS-KOUNELLIS

MARIA NORDMAN
Markt Stommeln, 1996.
Legno, acciaio inossidabile, vetro, luce del sole, pioggia.

GIUSEPPE PENONE
Respirare l’ombra, 2000.
Bronzo, foglie d’alloro, rete, cm. 468×549,5×7,5.

GIUSEPPE PENONE
ERICH REUSCH

ERICH REUSCH
Les Préludes, 1999.
Plexiglas, pittura acrilica, luce, musica di Chopin e Liszt.

RICHARD SERRA
The Drowned and the Saved, 1991/92.
Due pezzi d’acciaio ognuno cm. 143x155x35.

GIUSEPPE PENONE
ROMAN SIGNER

ROMAN SIGNER
Installazione, 2001.
Listelli di legno, ventilatore.