Via del Tempio, 4 – Roma – Municipio I – Installazione del 12/1/2011

GIACOMO TERRACINA
NATO 1915
ARRESTATO 16.10.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
MORTO 7.4.1945
BUCHENWALD

ENRICA DI SEGNI
NATA 1935
ARRESTATA 16.10.1943
DEPORTATA
AUSCHWITZ
MORTA nel Gennaio 1944
BERGEN – BELSEN

VIRGINIA TERRACINA
NATO 1943
ARRESTATO 16.10.1943
DEPORTATO AUSCHWITZ
ASSASSINATA 28.10.1943
Un ricorso di Giacomo Terracina, Enrica Di Segni, Virginia Terracina
Ricordo di Grazia Terracina (nipote di Giacomo)
Furono in tredici a non tornare in quella casa di Via del Tempio 4. Tra loro Giacomo ed Enrica, con la loro figlia appena nata, Virginia.
Quella maledetta mattina del 16 ottobre ’43, Giacomo e il fratello Mario videro uscire dal portone i loro familiari, risalirono a prendere del denaro e li raggiunsero nella speranza di farli liberare.
Un’altra sorella, Celeste, era scesa a prendere le sigarette e nonostante fosse stata presa, con una reazione immediata riuscì a fuggire; fu lei a raccontare quanto accadde e portò con sé il peso di quel ricordo per tutta la vita. Come dice la signora Grazia: “Celeste è morta dannata”.
Giacomo ed Enrica erano sposati da appena un anno, Virginia era arrivata subito, nel mese di giugno. Giacomo lavorava la gomma come il padre e il fratello. Avevano perso la loro licenza commerciale in seguito alle leggi razziali, ma come tutti, all’epoca si arrangiavano. Vivevano tutti insieme, nell’appartamento di Via del Tempio, una casa grande con dieci stanze, c’erano la sorella Giuditta, con il marito, Vittorio Emanuele Spizzichino e i loro tre figli, le altre due sorelle, Celeste ed Enrica.
La famiglia di Grazia, figlia di un altro fratello, David Terracina, viveva invece a Testaccio, a Via Marmorata. Furono avvertiti da un conoscente, con una telefonata, e riuscirono a scappare. Non sapevano dove andare, così salirono sul tram e tutto il giorno, fino alla fine del turno, girarono su e giù sulla circolare, protetti dai tranvieri, che non fecero domande.
La sera provarono a tornare a casa, ma minacciati da vicini di casa di avvertire la polizia fascista, si rifugiarono nel magazzino di gomme dove lavorava il padre sulla Via Appia e passando da un rifugio all’altro fino alla liberazione di Roma, si salvarono.
(a cura di Sandra Terracina)
Il contributo della classe II F del Liceo Ginnasio E. Q. Visconti di Roma
Dal punto di vista storico si è trattato di ricercare dati e immagini sugli e negli archivi cartacei e visivi. Dal punto di vista didattico di avvicinare singole persone di ieri, con storie ed identità differenti, a singole persone di oggi, gli studenti, che hanno avuto la possibilità di investigare un periodo storico con un viso davanti agli occhi e riportare categorie, concetti e strumenti di analisi a profili personali non sovrapponibili, inequivocabili, indimenticabili. Dal punto di vista umano si è tentato di ricreare una comunità di affetti e di condivisione emotiva e razionale insieme perché la Storia e le storie continuino ad intrecciarsi.
Tiziana Lombardi
docente di Storia e Filosofia
Liceo Visconti Roma
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